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Sul possibile utilizzo del gas narcotizzante per addormentare le vittime dei furti in appartamento si dice tutto e il contrario di tutto.
C’è chi sostiene che si tratti solo di una leggenda metropolitana, chi invece che sia una scusa utilizzata dalle vittime, per giustificare magari un sonno pesante, e chi afferma che la tecnica venga utilizzata spesso.
Insomma, in merito alla questione le opinioni divergono molto e da diversi anni. Il discorso è cambiato solo quando sono balzati agli onori della cronaca i ritrovamenti delle Forze dell’Ordine di bombolette spray durante le indagini atte a fermare i malviventi di turno.
Sembrerebbe quindi che il ricorso allo stratagemma del gas narcotizzante per neutralizzare le vittime non sia una leggenda, ma avvenga più spesso di quanto si possa immaginare.
Il numero dei casi riportati dalle notizie di cronaca è del resto tutt’altro che irrilevante. La vendita delle sostanze narcotizzanti in Italia è vietata, ma i ladri riescono comunque ad acquistare i flaconi direttamente su internet.
Tra le sostanze più utilizzate sicuramente troviamo il protossido di azoto, l’ alotano, il ciclopropano, il cloruro di etile, l’ enflurano e l’ isoflurano. Ma sicuramente quello ancora più diffuso è il cloroformio, che, oltre ad indurre un sonno profondo è estremamente tossico per l’organismo umano.
Il modo più rapido e diffuso per sottoporre il materiale narcotizzante è inserendolo nei condotti di areazione dell’abitazione specialmente quelli degli impianti di condizionamento. In altri casi i malintenzionati, dopo l’effrazione, lo disperdono nei locali.
I sintomi che le vittime riscontrano di volta in volta sono diversi: al mattino hanno la sensazione di uno strano senso di torpore, con mal di testa e un forte bruciore alla gola. Ma quello che colpisce è notare la scomparsa dei più preziosi oggetti personali al mattino.
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